Gli spaghetti all’assassina

La pasta che ti ammazza…o quasi.

Paura per il titolo eh?
Tranquilli non c’è nulla di cui aver paura, anzi il contrario, è un esperienza che vi auguro di provare almeno una volta nella vita.
Oggi infatti parleremo di uno dei piatti iconici di Bari, che ultimamente sta facendo parlare molto di se grazie anche a diverse rivisitazioni da parte di alcuni chef pugliesi. Ma a noi come sempre interessa la storia e la tradizione, quindi delle rivisitazioni magari parlaremo un altra volta 😜

Storia e tradizione dell’assassinio perfetto

Presuppongo che chi legge sappia che mi sto sempre riferendo al piatto di pasta!
Detto questo, iniziamo con il dire che è una ricetta nata per soddisfare la necessità di un cliente circa una cinquantina di anni fa.
Questo per farvi capire che la tradizione non dev’essere per forza centenaria per avere valore.

Ci troviamo in Via Vito Nicola De Nicolò, 40, 70121 Bari, verso la fine degli anni 60.
Era una giornata come tante per lo chef Enzo Francavilla , che era intento come sempre a soddisfare i clienti del ristorante Al sorso preferito. Ad un tratto si affacciano nel ristorante due turisti del Nord, che avevano passato la mattinata a girare per la città ed erano particolarmente affamati.
Infatti la loro richiesta allo chef fu chiara, “desideriamo mangiare un piatto abbondante e gustoso“, ed Enzo non se lo fece ripetere due volte e si fiondò in cucina.

E li iniziò il processo creativo!
Decise di far “risottare” degli spaghetti in abbondante salsa di pomodoro, aggiungendo aglio e una più che generosa, manciata di peperoncino.
Il tutto utilizzando la “sartàscene“, ovvero la padella nera ,ormai non più a norma, che veniva solo pulita con della carta per lasciare un leggero velo oleoso che ne impediva la formazione della ruggine.
Dopo aver portato i piatti ai due commensali il loro riscontro non tardò ad arrivare, infatti uno dei due chiamò lo chef e gli disse ” questo piatto è delizioso è molto piccante. Sei proprio un ASSASSINO!”

Tranquilli il tipo non voleva sbattere in galera lo chef, ma bensì usò questo termine riferendosi alla piccantezza del piatto che gli aveva quasi ucciso il palato. In quel momento Enzo ebbe l’illuminazione, e decise di dare il nome “assassina” al piatto.

Uno dei piatti più richiesti di Bari

Un assassina fatta in casa da mio marito

Ad oggi l’assassina è entrata a far parte dei menù di moltissimi ristoranti del barese, infatti è molto richiesta anche da diversi stranieri!
Ci sono diverse aggiunte che si possono fare, principalmente per i palati più delicati (tipo il mio che non sopporta il piccante 😅), come quella nella foto qui sopra, dove mio marito ha voluto aggiungere della stracciatella e pistacchio per stemperare il piccante.
Oppure ci sono ristoranti che ci mettono la burratina sopra, o anche della semplice mozzarella.
Enzo Francavilla non immaginava di ricevere tanto successo, tutt’oggi è sorpreso dell’accaduto, ma ovviamente ne è estremamente orgoglioso!

La cosa certa è che come i peggiori serial killer, l’assassina vi troverà… e vi costringerà ad assaggiarla!

Articolo a cura di: Giorgia Loconsole

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